Cartagena

località: cartagena
regione: bolivar
stato: colombia (co)

Data inizio viaggio: giovedì 28 luglio 2005
Data fine viaggio: lunedì 1 agosto 2005


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Cartagena

giovedì 28 luglio 2005

Con una sosta obbligata nella città di Barranquilla, causa cambio veicolo, siamo giunti a Cartagena dopo un viaggio di circa sei ore. La stazione degli autobus si trovava molto lontano dal centro cittadino ed abbiamo dovuto spendere ulteriori soldi di taxi per arrivare fino a destinazione. Seguendo i suggerimenti del taxista per cercare di capire in che parte della città sistemarci le alternative erano due: Bocagrande, quartiere turistico di nuova generazione fatto di altissimi grattacieli in riva al mare e la Ciudade murallada ossia l'antica Cartagena città coloniale dichiarata dall'UNESCO patrimonio mondiale dell'umanità. Sotto la forte insistenza del nostro conducente (che la definiva più adatta al turista) ci siamo inizialmente diretti verso Bocagrande che però usciva completamente dallo spirito coloniale che cercavamo. La città vecchia invece si è dimostrata un vero gioiello architettonico recentemente recuperata e ristrutturata facendola diventare quella che secondo noi può essere definita la città coloniale per eccellenza. Sempre su consiglio del taxinaro abbiamo scelto di posare le valigie su una coloratissima casa coloniale ora adibita ad ostello. Era bellissima con un caratteristico giardino interno sul quale sporgeva il pergolato in legno dei piani superiori; i colori vivacissimi rendevano ancora più gradevole l'atmosfera. Unica pecca della casa e problema dell'intera città era l'erogazione discontinua dell'acqua e un'afa soffocante, che rendeva quasi impossibile la permanenza nella camera nonostante le velocissime pale di un ventilatore a muro costantemente acceso. Superati i problemi idraulici, ormai giunti all'ora del tramonto, ci siamo diretti alla scoperta della città. Fortunatamente distavamo solo circa duecento metri dalla famosa torre dell'orologio, un monumento che può essere considerato una sorta di centro della città. Anche se l'oscurità stava scendendo non abbiamo resistito ad immergerci tra le storiche case coloniali: un'esperienza unica ed incredibile, un tuffo nella storia che almeno per quanto riguarda l'edificato sembra rimasta ferma a centinaia di anni fa. Dopo questo primo assaggio siamo rientrati nella speranza di fare una doccia, un'impresa non da poco a causa della scarsissima pressione che permetteva solo una timida fuoriuscita d'acqua. Abbandonata la nostra camera, piacevolmente rinfrescati da una brezza serale, siamo ritornati in centro a caccia di cibo scegliendo una classicissima baracchetta che offriva pizza e panini di buona fattura.

venerdì 29 luglio 2005

La mattina seguente il nostro obiettivo era quello di approfondire la conoscenza della città ed è per questo motivo che abbiamo abbandonato l'ostello di buon ora per tornare verso la piazza dell'orologio e da là addentrarci nuovamente per i vicoli cittadini. Abbiamo attraversato l'intero centro storico per raggiungere la famosissima cinta muraria: in fronte a noi il mare sbatteva dolcemente sugli scogli, dietro di noi la città in tutto il suo splendore. Una breve passeggiata a cavallo delle mura e poi nuovamente verso il centro fino alla cattedrale, eravamo in anticipo rispetto all'orario di apertura della chiesa e ci siamo concessi una sosta nei vicini giardini sorseggiando un dolcissimo succo di mandarino. Alle tre in punto si sono aperte le porte della cattedrale e noi da bravi turisti ci siamo messi in coda per ottenere l'ingresso; dopo quasi un'ora di attesa nei giardinetti ci aspettavamo dei sontuosi interni, ma in realtà la cattedrale era in ristrutturazione e così un pò delusi ce ne siamo usciti con le pive nel sacco con l'unica consolazione di essere stati nella stessa chiesa dove si era celebrato il matrimonio di Juan Pablo Montoya: un pò magra come consolazione. Da lì poi ci siamo diretti verso la piazza Santo Domingo uno dei punti focali della città affollato di turisti e ristoranti che si preparavano per l';imminente serata. Questa prima giornata in città non ha fatto altro che confermare tutte quelle impressioni positive che avevamo raccolto il giorno precedente, era giunto il momento di ritornare a casa e far riposare i nostri piedini da turista sottoposti ad un incessante lavoro. Fortunatamente il problema dell'acqua era stato risolto, con gran sollievo abbiamo potuto farci una doccia e sbollire seduti nelle sedie a dondolo situate lungo il corridoio: sembrava veramente di vivere in un'altra epoca. Avevamo poi pensato di fare altri due passi nella zona dell'arsenale, posto turistico per eccellenza, disseminato di bar e discoteche: anche il turista dopo una giornata culturale cerca un pò di sano divertimento e la città non si tira di certo indietro nel soddisfare queste esigenze.

sabato 30 luglio 2005

Per il giorno successivo il programma prevedeva un ritorno al centro cittadino per la visita al convento di San Pedro Claver, fatto santo per la sua estenuante lotta contro la schiavitù nera. Il convento comprendeva una chiesa molto ben conservata e un annesso chiostro di tre piani nel quale risiedevano i monaci. All'ingresso abbiamo optato per un servizio di guida che in quaranta minuti ci ha fatto fare l'intero giro del convento: davvero interessante soprattutto per il verdissimo giardino esterno e per le finissime decorazioni in legno intarsiato che rivestivano l'interno del chiostro. Terminata la visita era giunta l'ora di concentrarci in una delle principali attrazioni della città: il castello di San Felipe. Pigliato il taxi in dieci minuti eravamo di fronte alla biglietteria del castello e in men che non si dica all'interno della fortezza costruita per la difesa terrestre della città. Un vero e proprio baluardo caratterizzato da una interminabile serie di corridoi interni che sprofondano verso il centro della terra, non potevamo di certo tralasciarli e ci siamo spinti verso il basso dove umidità e buio la facevano da padrone. Una volta riemersi abbiamo fatto l'intero giro del castello per avere un'altra visuale della città antica e di Bocagrande. Nel tardo pomeriggio ci siamo nuovamente diretti verso la zona arsenale dove eravamo stati la sera precedente; volevamo vedere questa zona anche con il favore della luce solare ma a dire il vero a parte il palazzo dei convegni e il teatro comunale non c'era nient'altro di rilevante. Dopo l'intensa giornata siamo tornati verso casa per una sana doccia e un meritato riposo.

domenica 31 luglio 2005

Il giorno seguente era domenica e la città si presentava praticamente deserta. Anche noi presi da questo vuoto desolante non abbiamo fatto praticamente quasi nulla e siamo rimasti a goderci la tranquillità del giardino all'interno della nostra dimora chiacchierando amabilmente con due curiosissime vecchiette.

lunedì 1 agosto 2005

La mattina successiva era ora di levare le tende perché ci aspettavano dodici interminabili ore a bordo dell'autobus che passando attraverso le tortuose montagne colombiane ci avrebbe portato sino a Medellin.