Shanghai e dintorni

località: shanghai
regione: shanghai
stato: cina (cn)

Data inizio viaggio: lunedì 18 ottobre 2004
Data fine viaggio: mercoledì 20 ottobre 2004


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Shanghai

lunedì 18 ottobre 2004

La sveglia è suonata ad un'ora strampalata, erano le 6:30 ma le operazioni di smobilitazione lo richiedevano visto che la partenza del nostro treno era prevista per le 8:30 (costo biglietto 10 euro a persona). Questa volta l'odissea è scampata vista la "breve" distanza (3 ore di treno) da percorrere per raggiungere l'ultima tappa: Shanghai. Già da subito l'ambiente era completamente diverso rispetto a quello che eravamo abituati a vedere più a nord, il colpo d'occhio presentava ovunque grattacieli arrampicati verso il cielo, un clima decisamente più mite e un fermento di persone ancora più intenso (se possibile) delle precedenti città. Per oggi abbiamo optato per il trasporto pubblico (autobus e metro 20 centesimi di euro a persona) abbandonando il taxi ormai divenuto fuori prenotata per le nostre tasche; abbiamo poi raggiunto l'albergo prenotato per noi da una trevigiana stanziatasi qui a Shanghai: Alessandra Zanardo (gentilissima). Espletate le consuete formule relative al tradizionale check-in per l'hotel ci siamo diretti verso il centro della città: nonostante già sapessimo cosa poteva offrirci Shanghai la visione di tutti questi grattacieli e la classica aria da metropoli ci ha lasciato puntualmente balbi forse anche perché ci eravamo ormai abituati ad una Cina diciamo più tradizionale.

La nostra visita si è protratta oltre le nostre previsioni ed abbiamo così deciso, visto che eravamo in centro, di recarci a provare l'ormai famosa cucina cinese scegliendo un caratteristico buco in una viuzza laterale specializzato in spaghetti (noodles). Anche questo esperimento si è rivelato più che soddisfacente, il cuoco preparava la pasta al momento nella cucina in strada come le nostre nonne facevano un tempo. Il prezzo è stato più che soddisfacente (1 euro a persona) soprattutto se pensiamo al fatto che si trattava di due piattoni di pasta, due di riso, due di carne e infine altre due ciotole di brodo vegetale: ottimo e abbondante per la truppa.

Conclusioni sulla Cina

mercoledì 20 ottobre 2004

E' ormai terminata la nostra avventura in Cina e ci è sembrato opportuno offrire la nostra opinione su questo immenso paese. In primo luogo nonostante ci siamo limitati a quattro cittadine ciò che appare più evidente è la differenza da noi riscontrata tra l'interno e la costa, nonché tra il nord e il sud. Mentre la costa ha comunque subito l'influenza del mondo esterno e si è sviluppata di conseguenza, l'interno sembra essersi fermato a 100 anni fa. Nel vedere questi paesaggi sembra quasi di entrare in uno di quei racconti dei nostri nonni, una vita dedicata al lavoro e al sacrificio.

Il frutto della nostra riflessione trova pieno riscontro nella differenza tra le due città principali, e simbolo, della Cina. Pechino conserva ancora un'immagine tradizionale, accanto ai grattacieli segni del progresso, è custodita un'anima antica (vedi i caratteristici quartieri popolari), discorso che a nostro modesto parere non può essere ripetuto per Shanghai dove la parte storica, ovviamente esistente, è stata sovrastata dalla voglia di progresso. La distanza esistente tra tradizione e progresso trova riscontro, in maniera direttamente proporzionale, nel modo di essere della gente locale verso lo straniero (da noi impersonificato), l'abitudine alle continue relazioni interpersonali, dettate dalle esigenze del commercio, ci ha permesso di intrattenere dei rapporti più proficui.

L'ultima considerazione, ovviamente dettata dalle critiche dei nostri lettori, merita la più volte citata cucina cinese. Liberatevi dallo stereotipo degli involtini primavera, i piatti messi a disposizione delle buone bacchette sono talmente tanti che nemmeno i cinesi li conoscono tutti; anche le cene consumate nei postacci più impensabili e loschi possono rivelarsi delle piacevoli sorprese (vedi edward mani di forbice). Certo che nonostante tutto bisogna considerare che i gusti dei cinesi sono diversi dai nostri tendono spesso a mescolare il dolce con il salato e c'è la possibilità di incappare in clamorosi errori.