Byron Bay - diario di viaggio
località: byron bay
regione: new south wales
stato: australia (au)
Data inizio viaggio:
mercoledì 23 febbraio 2005
Data fine viaggio:
giovedì 3 marzo 2005
Byron Bay - diario di viaggio in Australia nella baia di Byron
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mercoledì 23 febbraio 2005
Come già detto avevamo lasciato Coffs Harbour con un bus notturno alla volta di Byron Bay; quello che però non vi avevamo detto è che questo bus era davvero molto notturno. In effetti la distanza tra le due località è abbastanza breve, all'incirca quattro ore che non sono certamente sufficienti a coprire l'intera nottata. Il bus partiva alle 03:20 del mattino dall'isolatissima stazione di Coffs Harbour, che però noi abbiamo raggiunto alle 9:00 della sera precedente, ora in cui c'era l'ultimo passaggio gratuito da parte dell'ostello. Giunti alla stazione ci siamo ingegnati per trovare un posto decente dove schiacciare un sonnellino nell'attesa del bus. Abbiamo così individuato un soffice prato su cui poggiare i nostri sacchi a pelo e abbiamo provato a dormire. La cosa si è rivelata impraticabile grazie all'abbondate presenza di zanzare e insetti di vario tipo. Scartata questa opzione si siamo diretti verso le sedie della stazione dove abbiamo trascorso le rimanenti ore nelle posizioni più strane e disarticolate in costante compagnia di enormi e arroganti scarafaggi... forse pure loro dovevano pigliare il bus notturno per risparmiare un po' di soldi!
Alle prime luci dell'alba eravamo a Byron Bay, la città degli "alternati". Molte persone ci avevano suggerito di fare una fermata in questo posto perché oltre ad essere il punto più ad est dell'Australia è pure la meta preferita per i neofiti del surf. Inoltre in passato è stata la mecca e rifugio dei "figli dei fiori" che da tutta l'Australia si riunivano proprio in questo luogo. Troppi motivi per non dedicargli una settimana della nostra permanenza nel paese dei canguri!
L'unico inconveniente di questa bella città erano i prezzi, a dir poco esorbitanti... di questo in realtà eravamo già al corrente e così avevamo optato per sistemarci in un campeggio ed usare finalmente la nostra tenda. Detto fatto, scesi dall'autobus ci siamo diretti verso la zona campeggi e abbiamo fortunatamente fatto centro al primo tentativo. In verità le piazzole dedicate alle tende erano molto spartane e il luogo era completamente sprovvisto di alberi e quindi di ombra: incredibile poter pensare di trascorrere un'intera settimana sotto il cocente sole australiano all'interno di una tenda in materiale sintetico! Ma come vi avevamo detto siamo stati fortunati: il campeggio offriva anche delle economiche cabine di nuova fattura, una sorta di blocchi prefabbricati, con il tetto in lamierato ed i muri in carton-gesso. Certo a sentirne parlare in questi termini si potrebbe pensare che fossero una sorta di prigione, ma all'interno la cabina si è rivelata davvero confortevole, dotata persino di televisione e frigorifero. Che volete di più!!!
Superato il problema accomodazione ci siamo diretti verso il centro cittadino per farci un'idea del posto e mettere qualcosa sotto i denti. La nostra prima preoccupazione è stata quella di individuare un posto in cui poter fare le nostre spese quotidiane; in secondo luogo, visto che la nostra permanenza in Australia stava volgendo al termine, dovevamo pensare come trascorrere l'ultima settimana rimastaci. L'idea che ormai da tempo ci frullava in testa era solo una: Fraser Island. Con questa convinzione ci siamo diretti verso l'agenzia di viaggi per verificare se il nostro budget era in grado di soddisfare i nostri desideri. Non è stato facile far coincidere le due cose e a dire il vero non ce l'abbiamo fatta; budget sforato di centottanta euro: ma come si fa ad andare in Australia e non visitare Fraser island? Dopo lunghe ed estenuanti trattative, soprattutto con la nostra coscienza, abbiamo acquistato il tour per l'isola di sabbia più grande al mondo. Dobbiamo anche ringraziare Michele, il baldo giovane che lavorava nell'agenzia di viaggi, perché ci ha offerto con il pacchetto la possibilità di visitare Nimbin una cittadina/rifugio per gli ultimi "figli dei fiori" rimasti in Australia. Oltre a questo il simpatico Michele ci ha anche regalato un buono pasto da consumare al Cheeky monkey, il locale-ritrovo per tutti i backpackers della città
Finiti gli acquisti con le tasche vuote e la coda tra le gambe, siamo tornati alla nostra cabina ad ammirare l'oceano e a studiare le onde in vista della prossima surfata.
giovedì 24 febbraio 2005
Il giorno successivo l'abbiamo trascorso in spiaggia a crogiolarci sotto il sole per smaltire tutte le tensioni accumulate. E così è stato anche per i giorni successivi trascorsi tra spiaggia e mare con l'obiettivo di risparmiare il più possibile in vista di Fraser Island.
E' poi arrivato il momento di giocarci la carta Nimbin: alle dieci del mattino ci aspettava un bus davanti alla stazione centrale per condurci inizialmente a Bungalow (una piccola città vicino a Nimbin), per visitare un simpatico mercatino all'aperto, e poi fino all'agognata meta. La giornata era stupenda, un sole cocente su un cielo terso, finestrini abbassati, radio a palla e vento nei capelli. Abbiamo raggiunto Nimbin in un'oretta, tra verdi vallate e irti colli; la città era davvero basilare, gli unici edifici ospitavano un bar, un supermercato, una galleria d'arte locale e un museo dedicato ai "figli dei fiori" ormai in pensione. In realtà la città è nata come rifugio per tutti quei giovani che volevano scappare dalla chiamata alle armi e vivere una vita alternativa. Ora il paese vive solamente di ricordi ed i pochi hippy rimasti sono quasi tutti sul viale del tramonto. Un altro motivo che ancora tiene alto l'interessa di questa cittadina (soprattutto per alcuni turisti) è la possibilità di acquistare e consumare illimitate quantità di droghe leggere. Sia ben chiaro che non si tratta di una vera e propria legalizzazione appoggiata dallo stato, ma ad ogni angolo della strada c'era qualcuno che ti offriva dei "biscottini" (termine tecnico con cui vengono identificate le dosi preconfezionate).
E così è trascorsa la giornata a Nimbin, finita con un delizioso barbecue tra le verdi colline che sovrastano la città.
venerdì 25 febbraio 2005
Il giorno seguente, nonché l'ultimo, non potevamo esimerci dal cavalcare nuovamente le onde del grande oceano. Questa volta il posto era quello giusto, visto che tutti lo etichettavano come l'ideale locazione per imparare il mestiere del surf.
Anche le tavole erano quelle giuste... trattasi di "long board", delle tavole lunghe più di due metri nelle quali risultava molto più semplice balzare in piedi.
E fu così che anche dei giovani abituati a mangiare polenta e nebbia, riuscirono ad avere il loro breve ma intenso momento di gloria!