Auckland e dintorni - diario di viaggio

località: auckland
stato: nuova zelanda (nz)

Data inizio viaggio: domenica 13 marzo 2005
Data fine viaggio: sabato 19 marzo 2005

Auckland - diario di viaggio Nuova zelanda

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domenica 13 marzo 2005

In sole tre ore di volo siamo giunti ad Auckland, la città più popolata di tutta la Nuova zelanda. Ci ha accolto un aeroporto di medie dimensioni, con un'atmosfera molto familiare: ci hanno pure offerto il caffè.
Espletate le solite pratiche, ci siamo preoccupati di trovare una sistemazione. Con nostra sorpresa non è stato affatto facile in quanto tutti gli ostelli erano pieni. Abbiamo infine optato per un dormitorio situato in pieno centro cittadino che offriva degli ottimi prezzi. In circa venti minuti siamo giunti a destinazione... si era già fatto tardo pomeriggio e una volta sistemati i bagagli, ci siamo diretti a trangugiare qualcosa di economico. Tornati in ostello abbiamo trascorso il rimanente della serata a pianificare la nostra permanenza in New Zeland. In effetti il nostro tempo in questo paese si limitava ad un'unica settimana e le cose da vedere erano davvero infinite.

lunedì 14 marzo 2005

Il giorno seguente ci siamo precipitati in un'agenzia di viaggi per backpackers nella speranza di trovare un aiuto per organizzare la nostra settimana. Vi assicuriamo che non è stato affatto facile... eravamo partiti con l'idea di fare un super giro attorno a tutta l'isola del nord, ma come al solito abbiamo dovuto fare i conti con il nostro budget. Alla fine abbiamo stabilito di visitare solamente Auckland e Rotorua, una città di cui avevamo tanto sentito parlare, in cui ci sono dei magnifici parchi geotermali. Accantonata la questione Nuova zelanda abbiamo colto la palla al balzo e abbiamo approfittato per prenotare anche un magnifico pacchetto "all inclusive" per le isole Fiji. Siamo usciti da quell'agenzia dopo quattro ore, con il portafoglio notevolmente alleggerito ma con un futuro certo... almeno per le prossime due settimane.

martedì 15 marzo 2005

La mattina successiva alle ore otto partiva il nostro bus per Rotorua. Il nostro ingresso nel mezzo è stato accolto da Jill, il pilota maori che ci ha allietato con le sue preziose spiegazioni di tutte le cittadine che abbiamo incontrato nelle cinque ore di viaggio. E così eccoci giunti nel bel mezzo dell'isola del nord della Nuova zelanda. È questo un luogo conosciuto dai più per le vicende narrate da Peter Jackson nella trilogia "Lord of the Ring", ma anche per i particolari fenomeni di geotermismo che animano il sottosuolo.
Arrivati a destinazione verso l'ora di pranzo, dopo una breve dormitina, ci siamo recati ai giardini pubblici per avere il nostro primo incontro con le acque sulfuree che evaporavano dalle pozze disseminate tra verdi aiuole, emanando un intenso e inizialmente sgradevole odore di zolfo. Lo scenario che si presenta ad ogni turista che arriva a Rotorua, è molto simile a quello di una cucina in piena attività, tra fornelli accesi e pentole fumanti. Ma questo era solamente una sorta di aperitivo per quello che ci stava aspettando per il giorno successivo. Avevamo infatti pianificato di raggiungere Wai-o-Tapu, il più grande e famoso parco geotermale della regione.
In una sola mezz'ora un bus ci ha condotti a Wai-o-Tapu: in realtà ci ha mollati nella strada principale, dalla quale, con una breve scampagnata attraverso verdi vallate, siamo giunti all'ingresso del parco. Anzitutto abbiamo scoperto che non era gratuito, ma bisognava sborsare venti dollari. Non potevamo fare altrimenti, ormai eravamo lì. Già appena entrati, il parco si è guadagnato il prezzo del biglietto. Un ruscello, che scorreva tra una folta vegetazione, orlato di un color giallo fosforescente, dovuto alla massiccia presenza di zolfo. La mappa consegnataci all'ingresso, proponeva tre percorsi, con tempi di percorrenza differenti. Il giro più lungo, durava un'ora e un quarto ed era proprio quello che noi eravamo intenzionati a seguire. Purtroppo il tempo è tiranno: avevamo già acquistato il biglietto per il ritorno e l'ultimo bus sarebbe passato di lì a due ore. Gambe in spalla e siamo partiti come razzi verso i crateri fumanti, le pozze d'acqua bollente e i numerosi gaiser, contraddistinti dai nomi più strani come ad esempio "la bocca del diavolo", "la tavola del pittore", "l'inferno di fuoco" e via dicendo. Ma l'attrazione che lasciava davvero senza fiato era una grandissima piscina che sorgeva nel mezzo di una pianura calcarea. L'acqua al suo interno sfiorava i cento 100 °C, provocando una fortissima evaporazione e spargendo ovunque pesanti nuvolosi di vapore acqueo. Per un poco ci siamo sentiti a casa, nella nostra amata pianura padana, in una nebbiosissima serata di novembre.
Raggiunta l'uscita ci siamo diretti a passi spediti a ripigliare il bus, sotto un acquazzone a dir poco arrogante e maleducato. Rientrati in ostello ci siamo fatti una doccia veloce perché ci aspettava una serata in un villaggio Maori. È stata un'esperienza interessante che ci ha portato a conoscere usi e costumi del leggendario popolo Maori: sia ben chiaro che si trattava di una ricostruzione fatta appositamente per il turista, ma ciò non toglie che l'atmosfera creata fosse davvero caratteristica. Dopo una breve presentazione, ci siamo accomodati di fronte ad una sorta di palcoscenico, da dove sono spuntati ragazzoni dipinti e tatuati che hanno cominciato a danzare, sgranando gli occhi e roteando la lingua. Lo spettacolo è durato una mezz'ora abbondante ed è terminato con un'"Haka" collettiva. Trattasi della più famosa danza di guerra Maori, che ci è stata simpaticamente insegnata dal capo villaggio. Ci siamo poi diretti verso un grande tendone, sotto il quale erano apparecchiate delle tavole imbandite di ogni ben di Dio. Infatti, l'escursione includeva una tipica cena Maori, cucinata sotto terra, proprio sotto terra! A pancia piena, pure troppo, ci hanno accompagnato verso una passeggiata digestiva nel mezzo della foresta. Armati di torcia elettrica, siamo andati a scoprire le meraviglie della natura avvolta dalle tenebre. Ma la cosa più bella la si poteva vedere solamente senza la torcia: la foresta era disseminata di piccolissimi insettini appostati tra i muschi e i licheni, che emanavano una simpatica e suggestiva luce propria. La passeggiata si è conclusa ai margini di una sorgente naturale che ospitava enormi mostri marini: in realtà erano solamente delle semplici trote ed alcune anguille (o qualcosa di simile), ma in quell'acqua cristallina e con il favore delle tenebre facevano la loro porca figura.

mercoledì 16 marzo 2005

Il giorno seguente lo abbiamo trascorso in una SPA. Anzitutto non si tratta di una Società Per Azioni, ma di un sciccoso centro benessere. Avete capito bene, proprio una beauty farm... e poi vi rompiamo l'anima raccontandovi che non abbiamo neanche i soldi per mangiare!!! Siamo troppo falsi!!! Ebbene no, la verità è un'altra. L'ingresso era gentilmente compreso nel prezzo dell'ostello, anche se tale ingresso includeva parecchie (pure troppe!) limitazioni. Ci era concesso solamente immergerci nelle cinque pozze termali, ognuna delle quali caratterizzata da una temperatura ed una composizione minerale diversa. È stato comunque grandioso, rilassante e benefico! E così anche Rotorua aveva fatto il suo tempo... il giorno successivo eravamo nuovamente nel bus in direzione Auckland. Arrivati a destinazione intorno alle nove, siamo andati nuovamente a sistemarci nell'ostello che ci aveva accolto al nostro arrivo in New Zeland.

sabato 19 marzo 2005

L'ultimo giorno lo abbiamo dedicato a scoprire la città. Dopo un breve giro di perlustrazione tra le principali vie del centro, ci siamo imbarcati nel battello per Dovemport, un quartiere che si trova al di là della baia, giusto al centro tra Auckland ed il veleggiatissimo golfo di Hauraki. Il quartiere era tranquillo e senza nessuna attrazione di rilievo, se non fosse per la collina dalla quale vetta si può godere di una vista superba. Di fronte la Sky Tower ed il centro cittadino, dietro il golfo di Hauraki, proprio dove si è disputata la scorsa American's Cup. Siamo rimasti lì un paio d'ore a riposarci e a contemplare il panorama. Era già ora di ritornare all'aeroporto in vista della nostra prossima destinazione: le Fiji.