Los Angeles e Las Vegas, diario di viaggio

località: los angeles, venice beach, marina del ray, beverly hills, hollywood, las vegas
regione: california
stato: stati uniti d'america (us)

Data inizio viaggio: sabato 9 aprile 2005
Data fine viaggio: martedì 12 aprile 2005


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sabato 9 aprile 2005

Dopo un volo di otto ore e mezza sorvolando il pacifico, iniziava il nostro sogno americano.

Già a guardarla dall'oblò dell'aereo la città di Los Angeles sembrava davvero immensa e l'aeroporto non si è dimostrato da meno. Stiamo parlando dell'aeroporto più grande del mondo ed il secondo per traffico di persone trasportate. Appena scesi è stata nostra premura verificare la temperatura esterna; in realtà il capitano, prima di scendere dal veivolo già ci aveva comunicato che c'erano sedici gradi centigradi, ma noi era talmente tanto temo che non incontravamo temperature così basse che volevamo renderci conto sulla nostra pelle che cosa significasse. Altra nostra preoccupazione erano i prezzi a cui saremmo andati incontro nel paese a stelle e strisce; per questa ragione appena sbrigate le pratiche di ingresso ci siamo precipitati a scovare un ostello o qualcosa di simile. La ricerca non è stata in realtà molto difficile quanto invece lo è stata l'attesa del pulmino che ci avrebbe recuperato gratuitamente dall'aeroporto e portati sino alla nostra "dimora". Il posto era abbastanza carino, aveva persino la piscina ed un ristorantino annesso. C'era la colazione inclusa, i biscotti con il cafè a metà pomeriggio e persino la cena era gratuita. Non ci sembrava vero, eravamo già pronti a benedire l'America. Il primo giorno lo abbiamo così trascorso compiacendoci della nostra scelta e facendo una breve esplorazione serale del quartiere che ci circondava.
Altro vantaggio dell'ostello era il trasporto gratuito fino ad una delle spiagge più famose di Los Angeles: Venice Beach. Ed è proprio in questo modo che abbiamo deciso di spendere il nostro secondo giorno in terra americana.

domenica 10 aprile 2005

Il posto aveva qualcosa di familiare, sembrava di averlo già visto più volte... in effetti è stato più volte lo scenario in cui si sono svolte le avventure di Baywatch, con Mitch Bew Cannon (chissà come si scrive!!!), suo figlio Obbye e la mitica SJ Parker, alias Pamela Anderson!
C'era l'oceano impetuoso, la lunghissima e larghissima spiaggia puntellata di torrette di controllo e tante palme a fare da contorno: non mancava proprio nulla. Venice Beach era brulicante di persone che passeggiavano nel lungo mare, tra negozietti ed artisti di strada impegnati nelle esibizioni più assurde. Non mancavano nemmeno i campi da basket e le palestre all'aperto, dove ammassi di muscoli sudati, si affannavano a lustrarsi i bicipiti.

Arrivato il momento di rientrare in ostello si è verificato il medesimo inconveniente capitatoci all'arrivo in aeroporto: il pulmino era in ritardo mostruoso ed a causa sua ci siamo persi i succosissimi e gratuitissimi biscotti di metà giornata. Digerito a malincuore l'inconveniente, ci siamo andati a lavare in fretta e furia per non perdere pure la cena. Alla cena siamo arrivati per primi e con nostra sorpresa abbiamo cominciato a realizzare il perché quella cena fosse gratuita: le pietanze si ripetevano ogni sera, come in una fotografia scattata due volte, senza un briciolo di fantasia: pasta scotta, nachos, crocchette di patate (o pesce, non ci è dato saperlo!) e riso. Ma il piatto forte, che per nostra fortuna si continuava a ripetere, era una super mega torta che sembrava fatta dalla nostra nonna... da leccarsi le dita.

lunedì 11 aprile 2005

Per il terzo giorno avevamo prenotato un tour che ci avrebbe portato a visitare i punti di maggiore interesse della città: in effetti L.A. è davvero una città immensa e difficile da visitare soprattutto se si è sprovvisti di una macchina. Questo tour però prometteva l'impossibile: Marina del Ray, ancora Venice Beach, Beverly Hills 90210 (con Brendon, Brenda, Kelly e Dylan Mc Kane), Rodeo Drive, Fisherman Market, Hollywood, Hall of Fame, Cinese Theatre e le residenze di alcune celebrità di Hollywood. A dire il vero il tour si è rivelato una mezza bufala o almeno non ha soddisfatto a pieno le nostre aspettative. Per ripigliarci un po' dalla delusione, ci siamo immersi in una luculliana cenetta che vi lasciamo indovinare che cosa proponeva: pasta scotta, nachos, crocchette di patate e riso.

Come al solito il tempo è tiranno soprattutto se devi fare il giro del mondo in un anno; era giunto il momento di decidere come proseguire il nostro viaggio negli States. Le opzioni a nostra disposizione erano essenzialmente due: affidarci al classico bus, che aveva contraddistinto le nostre cavalcate sino ad ora, oppure noleggiare una macchina. La differenza, come al solito la faceva il prezzo ma soprattutto il fatto che con un veicolo a nostra piena disposizione potevamo gestire al meglio il percorso che avevamo in mente. Dopo una breve consultazione la decisione era presa: era giunto il momento di continuare la nostra avventura a bordo di una macchina. Così di buon mattino ci siamo messi al lavoro contattando le varie agenzie e trovando la soluzione che faceva al caso nostro. Fatti i bagagli abbiamo nuovamente approfittato del trasporto gratuito messo a disposizione dall'ostello e via all'aeroporto dove ci aspettava la nostro nuova compagna di viaggio. Sbrigate le pratiche relative al noleggio e pagato il dovuto ci accingevamo a metterci in strada per un'ultima occhiata ad L.A. Infatti visto che il tour cittadino non aveva soddisfatto a pieno le nostre aspettative abbiamo deciso di ritornare in alcuni dei luoghi fugacemente visionati il giorno precedente. E così è stato... inizialmente il muso della nostra Ford Taurus si è diretto verso lo sfarzo e il lusso di Rodeo Drive dove, una volta parcheggiato, ci siamo concessi una camminatina tra le vetrine delle più famose case di moda, per poi fare rotta verso la zona residenziale di Beverly Hills, quella che ospita le enormi ville dei ricconi americani. In tutto questo non poteva mancare una visitina ad un'altra tra le più famose spiagge di Los Angeles: Santa Monica. Detto fatto in circa quindici minuti eravamo nel posto, una parte della città sicuramente più pacata rispetto a Venice Beach, caratterizzata da un isola pedonale dove era possibile passeggiare magari fermandosi a sorseggiare un cafè in uno degli innumerevoli bar disseminati lungo la via. Giusto il tempo di un ultimo saluto ad L.A ed era nuovamente ora di incamminarci questa volta verso la capitale mondiale del gioco d'azzardo: Las Vegas!

martedì 12 aprile 2005

Ci sono volute all'incirca cinque ore di viaggio in mezzo al deserto o quasi; abbiamo sbagliato strada un paio di volte, ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Siamo arrivati a Las Vegas in tarda serata, accolti dai suoi colori sbrilluccicanti, un mondo di finzione quanto meno entusiasmante.
Sapevamo benissimo che la decisione di prendere la macchina avrebbe inevitabilmente comportato alcuni sacrifici: come al solito il nostro budget era limitato e per risparmiare un po' di denaro avevamo deciso di trascorrere qualche notte in macchina.
La prima notte a Las Vegas abbiamo dunque deciso di trascorrerla tra i sedili della nostra ford Taurus, in un parcheggio di un lussuoso hotel. Per compensare a questo sacrificio, prima di coricarci, ci siamo diretti a cenare in un tipico locale americano: una "steak house", un luogo di culto per gli amanti delle buone bistecche (grandi, grosse e succose!).
Ci siamo svegliati di mattina buonora, con il sole che faceva capolino nel lunotto appannato della nostra macchinetta... era ora di esplorare Las Vegas, di addentrarci nelle magiche finzioni di una città creata appositamente per il divertimento.
Ma prima di tutto era tempo di trovare un posto dove appoggiare i nostri zaini e farci una salutare doccia. In effetti avevamo visionato alcuni ostelli la sera precedente e dunque ci siamo diretti dritti verso il USA Hotel, che tra le altre cose prometteva anche la colazione gratuita.

Nel primissimo pomeriggio eravamo già in Las Vegas Boulevard, la via centrale lungo la quale si snodano le principali attrazioni della città. È proprio vero, Las Vegas è una città che non dorme mai: anche in pieno giorno i casinò erano presi d'assalto da migliaia di turisti, le luci dei locali brillavano ancor più forte della luce del giorno, gli hotel più importanti proponevano spettacoli entusiasmanti che i turisti potevano godersi direttamente dalla strada e assolutamente in modo gratuito! È difficile ricordare quante cose abbiamo visto: siamo passati attraverso una verosimile ricostruzione di Venezia, con Piazza San Marco, il ponte di Rialto, le gondole i canali e tutto il resto; abbiamo visto pure la torre Eiffel e la statua della libertà insieme ad altre migliaia di illusioni create appositamente per il turista. Ma la città va vissuta soprattutto di notte, è proprio con il favore delle tenebre offre il meglio di sé.

E così, dopo una ennesima e fugace cena in un fast food, rieccoci a calpestare lo scintillante e sfavillante Las Vegas Boulevard. Beh... di notte è tutta un'altra storia, il fascino di cui si circonda la città è difficilmente spiegabile in quattro parole. Siamo andati a visitare i luoghi resi famosi da innumerevoli pellicole cinematografiche, come ad esempio il Caeser Palace, il Mirage, l'MGM ed il mitico Bellagio, dove si sono consumate le intricate vicende di Ocean Eleven. Ci siamo soffermati lungo la strada ad ammirare gli spettacolari giochi d'acqua offerti dal Bellagio, le eruzioni vulcaniche del Mirage e le avventure di pirati raccontate nel giardino del Treasure Palace. Decisamente una notte intensa che aggiunta alla giornata appena trascorsa, ci aveva letteralmente sfinito. Ci siamo diretti verso i nostri lettucci in ostello perché dopo lo sfarzo e le luci della capitale del gioco d'azzardo, era giunta l'ora di puntare il cofano della nostra Ford Taurus verso la pace offerta agli incantevoli scenari del Gran Canyon.