Koyasan, Hiroshima, Amakusa, Kagoshima
località: koyasan, hiroshima, amakusa, kagoshima
stato: giappone (jp)
Data inizio viaggio:
giovedì 28 ottobre 2004
Data fine viaggio:
domenica 31 ottobre 2004
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giovedì 28 ottobre 2004
Il giorno 27/10/2004 è stato interamente dedicato al recupero delle forze fisiche e soprattutto all'aggiornamento del nostro sito, in vista dell'odissea che ci aspetta per il fine settimana, una traversata non stop da Osaka fino all'estremo sud del Giappone (Kagoshima).
Questa odissea è iniziata il 28/10/2004 alle sei del mattino con destinazione Koyasan, un luogo sperduto in mezzo alle montagne, roccaforte del buddismo. Si tratta di una zona ricca di templi buddisti e dichiarata patrimonio mondiale dell'umanità lo scorso luglio. L'atmosfera che si respira ovunque è davvero particolare, colma di misticismo, sacralità e serenità. Ma ancora più sorprendente è stato l'incontro con un monaco di origine svizzera: Kurt Kubli Genso. È stata la nostra guida nei meandri della filosofia buddista (anche perché parlava un buon italiano e non solo italiano, ma altre sette lingue). Una spiegazione esaustiva alla nostra curiosità, e comprensibile anche per dei neofiti come noi. Al di là delle spiegazioni, quello che ci ha veramente colpito è la persona di Kurt, strana al punto giusto, certamente non comune e banale, il tutto forse legato all'intreccio tra la religione buddista e la sua personalità di artista.
Tra i luoghi simbolo di Koyasan c'è il cimitero immerso in una foresta pluricentenaria, piena zeppa di Stupa (una sorta di lapidi erette in memoria del defunto), dove, sarà per la sacralità del luogo, per la maestosità dei vecchissimi alberi, l'atmosfera che ci circondava sembrava fatata.
Il mitico Kurt alla fine della giornata ci ha portato prima in un vecchio onsen disperso in mezzo alle montagne in una strada quasi impraticabile governata dagli animali selvatici. Ci ha poi accompagnati immancabilmente a cenare in una locanda, molto rustica in cui abbiamo mangiato benissimo. Incredibile a pensarsi spaghetti italiani al pomodoro e basilico, che lo stesso Kurt ha insegnato a cucinare al cuoco. Il cuoco, su preciso ordine di Kurt ha piantato nel suo orticello il basilico e il pomodoro esclusivamente per i piatti italiani... me cojoni!!! Buonissssssimi.
l'odissea continua
venerdì 29 ottobre 2004
Partiti in serata da Koyasan, abbiamo puntato il muso della nostra Cresta (la macchina do' professò) verso Hiroshima. Il viaggio è durato all'incirca 8-9 ore ovviamente senza mai dormire. Arrivati intorno a mezzogiorno ci siamo inizialmente diretti nel punto in cui è stata sganciata la prima bomba atomica; in memoria della tragedia sono state conservate le rovine del palazzo della Prefettura, che ha resistito in parte alla detonazione. Dopo le foto di rito la seconda meta è stato il museo. Abbastanza interessante ed a volte anche impressionante per la crudeltà delle immagini proposte. Nota negativa, in tipico stile Yankee, l'aria condizionata pervadeva i locali in maniera a dir poco arroganti e ce ne siamo usciti con uno dei più classici mal di testa, tranne il nostro buon amico ironman Andrea: indistruttibile.
Abbandonata Hiroshima ci siamo diretti verso l'isola di Mihajima altro luogo dichiarato patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco. La particolarità dell'isola è la porta del tempio situata in riva al mare: a seconda della marea sia la porta che il tempio vengono invasi dall'acqua. Ci siamo dedicati ad un lungo trekking che ci ha condotti quasi fino alla vetta della montagna, ma abbiamo dovuto desistere perché sorpresi dalle tenebre.
Di nuovo in macchina ci siamo diretti ad Amakusa per incontrare una televisione giapponese trasmessa via internet, diventata famosa in Giappone e negli Stati Uniti grazie alla presenza di una reporter particolare: una simpatica nonnina di ottantotto anni che dopo una vita dedicata all'agricoltura si è reinventata in questo nuovo ruolo. L'incontro con la televisione è consistito in una breve ed informale intervista in cui la simpatica vecchietta cercava di spiaccicare un po' d'italiano.
L'ultima destinazione, nella regione del Kyushu, è stata Kagoshima. Raggiunta in serata abbiamo finalmente fatto tappa per riposare un pochino; invece dei soliti sedili della Cresta abbiamo colto l'occasione per testare la nostra tenda. Peccato per l'inclinazione del terreno e la pioggia che ha reso la nostra permanenza un po' umidiccia. Svegliatici ad un orario a cui non eravamo più abituati (10.30), abbiamo smontato la nostra attrezzatura e ci siamo mossi in vista del museo dei Kamikaze e della zona dedicata ai Samurai. In questa cittadina (Chiran) abbiamo potuto capire il motivo che ha spinto la realizzazione del cartone animato Sanpei. Lungo tutta la strada principale c'era un cataletto abitato da una innumerevole quantità di gigantesche carpe abituate alla presenza dell'uomo (si lasciavano anche toccare ma nessuno si azzarderebbe mai a pescarle).
Nella stessa serata è cominciata la lunga risalita vero Osaka spezzata solo da alcune sporadiche soste in autogrill.