Tokyo
località: tokyo
regione: kanto
stato: giappone (jp)
Data inizio viaggio:
mercoledì 3 novembre 2004
Data fine viaggio:
domenica 7 novembre 2004
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Tokyo
domenica 7 novembre 2004
Il nostro breve soggiorno nella capitale del Giappone è stato davvero piacevole sicuramente grazie anche all'assistenza della nostra giovane mamma giapponese: Miwako. Con premura, ogni giorno ci ha riempito le nostre saccocce di sandwiches e dolcetti di ogni tipo; più di una volta abbiamo avvertito un clima famigliare che da molto ci mancava. Favolosi gli altri componenti della famigliola: il marito Akihiro, un uomo tuttofare che si è fatto in quattro per noi; ed infine, ma non in ordine di importanza Mr. Sbrodolino, ovvero il figlioletto di pochi mesi Kantaro, con il quale ci siamo divertiti a fare i babysitter e a rotolarci con lui sul comodissimo futon.
A parte questo, in questi giorni abbiamo anche avuto il tempo di andare a zonzo per Tokyo.
Ovviamente una città immensa che ci ha costretto a scegliere solamente alcune aree, per noi più interessanti. Prima tappa, è stata una breve visuale sulla residenza imperiale, che è possibile visitare solamente dall'esterno; ci siamo poi diretti verso il quartiere Ginza, il quartiere più alla moda e degli uffici di Tokyo dove i noti marchi italiani sono immancabili. È stata poi la volta di Shibuya, il quartiere giovanile per eccellenza, pieno zeppo di luci abbaglianti, negozi di abbigliamento per giovani scanzonati e di tipiche school girls; le school girls sono davvero un qualcosa di caratteristico qui a Tokyo ed in tutto il Giappone; trattasi di teenager che sfoggiano la propria divisa scolastica, che a differenza di quanto si possa immaginare è tutt'altro che castigata. Minigonna vertiginosa su camicetta elegante, a volte agghindate con cravatta. Da vedere! La nostra prima escursione in città è terminata con un fugace sguardo all'area di Shinjuku, caratterizzata da altissimi grattacieli, forse proprio quello che una persona si aspetta di trovare in una metropoli come Tokyo.
Arrivati a casa giusto il tempo per una sontuosa pasta alle verdure con il parmigiano (un applauso a Miwako, la cuoca), una doccia e tutti a letto... anzi, dentro al futon!!!
Il giorno dopo, come una famigliola felice, tutti in gita in montagna verso il tempio principale di Nikko. Macchina familiare d'ordinanza, sobria spaziosa ed elegante, come al solito viziati dalla premura di mamma Miwako. Un viaggio confortevole della durata di tre ore circa, che ci ha portato tra un coloratissimo Giappone autunnale, con alberi che sfumavano da un rosso acceso verso un giallo molto pacato. Una peculiarità di questo posto che ci ha particolarmente incuriosito è la presenza di scimmie che a quanto si dice, sono particolarmente arroganti e per nulla intimorite dalla presenza dei turisti; anzi, la leggenda narra che vadano ghiotte di merendine, cappelli e di tutte quelle diavolerie tipiche del turista e non disdegnano una capatina all'interno delle vetture. Noi purtroppo o per fortuna ne abbiamo avvistata solamente una. Il tempio davvero molto particolare per gli innumerevoli colori che lo decoravano.... La visita non si è protratta a lungo, visto le esigenze del nostro pupetto Kantaro che tutto sommato non si allontanavano molto dalle nostre (eravamo parecchio stanchini).
Al ritorno dalla montagna ci siamo fermati dai genitori di Miwako che ci hanno offerto la cena rivelandosi molto interessati al nostro progetto e preoccupandosi che potessimo realizzarlo in piena sicurezza e tranquillità. Una cena con i contro fiocchi (stii cazzi!!! Devono essersi mangiati la pensione di un mese per offrirci quel popò di cena! Buonissima!).
Giorno seguente dedicato ancora alla visita della capitale. Ci siamo diretti verso il centro di Tokyo insieme a Miwako che ci ha presentato alcune giovani mammine, sue amiche (con il pupo a seguito) che si accingevano a spendere la giornata nei consueti spettegolamenti del sabato pomeriggio. Lasciata Miwako con le sue amiche, noi ci siamo concentrati sul quartiere chiamato Amakusa, forse la parte più storica della città, con un simpatico mercatino permanente che si estendeva attorno al tempio principale. Seconda ed ultima tappa Akihabara, la città elettrica, così chiamata perché in questa area, la luce certo non manca (visto le innumerevoli insegne luminose appiccicate ovunque) e sono concentrati tutti i negozi che si occupano di tecnologia più o meno avanzata. Siamo rientrati abbastanza prestino, perché Miwako aveva organizzato l'ennesima ottima cena con una sua amica d'infanzia.
Ed eccoci giunti alla giornata odierna, dedicata al trasferimento verso Hanoi. È proprio dall'aereo che stiamo scrivendo questo diario di bordo, quando mancato poco meno di due ore all'atterraggio e già sentiamo un po' di nostalgia della nostra famiglia giapponese... Un affettuoso ciao e un forte abbraccio a Miwako, Akician e al piccolo sbrodolino Kantaro.
Benvenuto caldo, spiagge, sole e mare!!!!!!!
Conclusioni sul Giappone
domenica 7 novembre 2004
Anche per quanto concerne questa seconda tappa, ci fa piacere trarre delle nostre personali conclusioni su questa esperienza. Anzitutto appare evidente la differenza tra la zona del Kansai (Osaka, Kyoto. Ecc.) ed il nord, o meglio Tokyo. La prima ancora radicata nella tradizione del Giappone che è stato (ci sono una moltitudine di Templi e musei che la ricordano), la seconda espressione del progresso raggiunto per cui il Giappone è tanto famoso al mondo. Forse ancora più vera e tradizionale è l'area che abbiamo visitato a sud nel Kyushu, meno industrializzata e caratterizzata da vaste zone periferiche attraversate da interminabili strade che si snodano attorno alle colline e montagne... infatti il Giappone è meno pianeggiante di quanto si creda!!!
A volte il Giappone viene descritto come un paese frenetico e ad altissimo contenuto tecnologico... certo questo non è falso, ma alla fine della fiera non appare tanto diverso dalla nostra bella Italia anche se ovviamente con abitudini e tradizioni differenti.
Altra cosa che abbiamo notato è l'amore e l'ammirazione per il nostro Stivale tricolore... stravedono per noi, e non solo per quanto riguarda gli stereotipi che accompagnano l'Italia nel resto del mondo (pizza, pasta e mandolino) ma per tutto ciò che ruota attorno all'italian style.
Uno stereotipo che purtroppo abbiamo verificato, è l'alto costo della vita, effettivamente per poter sopravvivere come turisti bisogna spendere un bel gruzzoletto!!! Cosa che noi abbiamo parzialmente evitato grazie all'intervento dei nostri super amici giapponesi. A buon rendere!!!